ORDINE DEL GIORNO PSD
La Repubblica di San Marino fonda
nel suo rapporto con l’Italia e con l’Europa la vera essenza del suo orizzonte
economico diplomatico.
La crisi finanziaria che insiste
dal 2009 ha compromesso per larga parte il PIL sammarinese colpendo in maniera
quasi letale il sistema bancario e finanziario e lasciando le casse dello stato
quasi sguarnite.
A 10 anni dall’inizio della crisi
San Marino non ha tracciato definitivamente il contesto internazionale nel
quale muoversi e nella presente legislatura la condivisione delle linee
politiche e delle scelte negoziali con Italia ed Europa ha lasciato il posto alla
segretezza.
Molte delle riforme in
discussione e ogni sforzo di riduzione dei costi, come anche le proposte per
richiamare investimenti esteri, non saranno sufficienti se la cornice del
mercato in cui ci si muove, della condivisione di diritti e doveri, della
possibilità in sostanza di competere alla pari con altri stati non sarà
garantita.
Si impegna quindi il
governo a
-
Promuovere un largo dibattito sui temi del
rapporto con l’Italia e dell’Accordo di Associazione nel paese, in maniera tale
da coinvolgere non solo le forze politiche ma anche tutte le forze sociali ed
economiche.
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Mettere a disposizione e sottoporre a dibattito le
direttive che l’esecutivo sta seguendo in politica estera.
-
Esplicitare la propria posizione riguardo ai
legami, più volte richiamati ma sempre in maniera non circostanziata e solo attraverso
titoli altisonanti, con Russia e altri paesi al di fuori della UE.
Si invita infine il
governo a
-
Concentrare tutti gli sforzi utili a rendere
efficaci le collaborazioni con la Repubblica d’Italia a livello di ripresa
economica, investimenti infrastrutturali di interesse comune e della
individuazione di mutue convenienze in particolare sul settore bancario e
finanziario, anche attraverso un accordo con Banca d’Italia, al fine di
accelerare l’assestamento del settore, ridare reputazione e favorire gli
investimenti italiani nel nostro paese e quelli dei nostri istituti fuori dalla
Repubblica.
-
Rendere la negoziazione dell’Accordo di
Associazione con l’UE un valore condiviso per fornire alle scelte che ci
accingiamo a compiere un contesto più largo di quello della maggioranza e rendere
di conseguenza indipendente il destino di un così importante accordo dal
governo di turno.