La notizia del giorno non è quella delle
dimissioni del Segretario Celli, che erano ampiamente prevedibili e
giustificate. Molto prima dell’ordinanza del Tribunale di qualche giorno fa.
Gli errori sono politici, prima che
giudiziari, e lo sono di tutto il governo sulle scelte bancarie e finanziarie,
soprattutto dei Segretari di Stato presenti nel CCR.
La notizia del giorno è l’accusa
gravissima e inaudita che Celli, accompagnato in questo da molti interventi
della sua maggioranza, ha rivolto al Commissario della legge Morsiani. Nel
nostro parlamento non si hanno ricordi di politici che decidono di
contrattaccare e riversare bile sul giudice che li ha indagati o comunque
coinvolti in una ordinanza, men che meno un Segretario di Stato. E nel caso la
solidarietà della propria parte politica era personale e non di associazione
nelle accuse.
È una deriva pericolosa portata avanti da
Adesso.sm e in particolare proprio da chi storicamente ha sempre cavalcato per
ragioni sia politiche che elettorali, come AP. Ora che la lente d’ingrandimento
della giustizia punta verso qualcuno a loro vicino come Celli e la nuova
dirigenza di Cassa di Risparmio, la fiducia nella magistratura è andata in
secondo piano rispetto all’esigenza di portare a casa vendette politiche o la collateralità
a potentati che hanno fino a ieri sempre denunciato.
A che gioco giocate maggioranza? Nel
giorno in cui precipita il vostro più importante Segretario di Stato, invece
che accusare il colpo, ammettere anche le vostre colpe e correre ai ripari cercando
condivisione su una via di uscita da quello che è obiettivamente una situazione
drammatica per il paese, continuate a perseverare nella vostra
autoreferenzialità e addirittura accusare uno o più giudici perché, come si
diceva qualche anno fa, “non vi lasciano lavorare”.
Il Segretario per la Giustizia Renzi cosa
pensa delle accuse mosse da Celli? Difende l'operato del Tribunale o lo attacca
come il collega dimissionario?
Celli non è né la vittima sacrificale per
salvare il governo, né il martire condannato a morte politica dal tribunale
dell’inquisizione.
Gli errori sono stati tanti, condivisi e
segnalati per tempo dall’opposizione e non solo.
Ora il punto è la tutela, la ripresa e lo
sviluppo del sistema economico, il corretto dialogo istituzionale tra gli
organismi, il rispetto dei ruoli democratici tra governo, maggioranza e
opposizione, l’imparzialità nei confronti dei soggetti bancari e soprattutto il
distacco da interessi particolari.
Soprattutto quest’ultima precondizione è
mancata: avete assecondato interessi esterni perversi, al limite del reato di
tradimento del paese e favorito un imprenditore in particolare: la giustizia
sta indagando su entrambe.
Quanto detto è tutto ciò di cui un governo
si deve occupare ora. Non scalciare a destra e a manca come una bestia ferita.
Un grosso calcio il Segretario Celli ha
voluto rivolgere al vertice di Banca Centrale che proprio lui e la propria
maggioranza hanno proposto e votato non più tardi di cinque mesi fa, una
sfiducia dichiarata, accompagnata da parole di disapprovazione pesanti di
consiglieri di maggioranza, proprio alla vigilia di una missione internazionale
che vede impegnati il Segretario dimissionario e il Presidente di Banca
Centrale che non gode del supporto della maggioranza. Una situazione paradossale
e imbarazzante che si verificherà al Fondo Monetario Internazionale al quale
andranno a chiedere finanziamenti. Ci prenderanno per matti: vedranno un
Segretario dimissionario e una vigilanza tutta nuova dopo che la precedente è
stata, pure lei, sfiduciata o peggio.
Il PSD ripete, come già fatto l’anno
scorso, che a San Marino la Banca Centrale ha avuto una storia di continui
fallimenti anche a causa della politica ma contestualmente di esercizio di un
potere che per tutta risposta pare aver imbrigliato i governi, in una spirale
di dimissioni dell’una e dell’altra parte. Non una sola dirigenza di BCSM ha
portato a termine il proprio mandato. La questione non è riferibile in
particolare alle persone che l’hanno diretta, quanto piuttosto alla incapacità
istituzionale di gestione del potere bancario e finanziario, un ambito ora più
di prima totalmente sproporzionato rispetto alle dimensioni gargantuesche di
Banca Centrale.
Il nuovo Segretario per le Finanze dovrà
farsi carico di un organismo sovradimensionato, disfunzionale e eccessivamente
oneroso che non riesce ad esercitare né il ruolo di controllo, né quello di
raggiungimento di accordi vitali, soprattutto ora, con altre banche centrali
per dare respiro al nostro sistema economico.
Ma qui torna l’handicap del presente
esecutivo riguardo a possibili cambiamenti di Banca Centrale: due Segretari di
Stato provengono da quell’istituto, uno dei due siede anche nel CCR.
Si metterà fine a questo nodo gordiano o
si continuerà nell’equivoco?
San Marino, 11 ottobre 2018 L’Ufficio
Stampa del PSD