LA CASSA DI RISPARMIO
VIENE STATALIZZATA, QUINDI DIVENTA PROPRIETA’ DELLA MAGGIORANZA
L’unico Ordine del Giorno approvato alla fine del dibattito
sulla Cassa di Risparmio fotografa perfettamente l’autoreferenzialità e lo
stato confusionale in cui si trovano governo e maggioranza.
A cominciare dalla premessa che è occupata quasi interamente
dal ringraziamento al Dott. Romito per il ruolo di Presidente della Cassa,
durato la bellezza di mezzora. Non per colpa di altri ma solo per l’insipienza
del governo vista l’incapacità di osservare le stesse regole di onorabilità
determinate da esso stesso. Una tale sviolinata non si è vista, in un documento
di emanazione del Consiglio Grande e Generale, neppure per personaggi che hanno
prestato servizio per anni a beneficio della Repubblica, figuriamoci per chi,
cosa più unica che rara, sapeva di doversi dimettere dall’incarico ancora prima
di esserne investito.
Ma soprattutto per il dispositivo dell’OdG che ripete a
pappagallo cose già dette come salvaguardare i posti di lavoro nel settore
finanziario e fare in modo che lo stato entri in possesso delle quote azionarie
di Cassa corrispondenti al capitale versato e l’approvazione del progetto di
rafforzamento e rilancio della Cassa.
Quale progetto? Come si fa a parlare di rafforzamento e
rilancio se non si descrive contestualmente quale percorso per l’intero settore
finanziario di cui Cassa è parte: nessuna parola sul Memorandum of
Understanding con Banca Italia, silenzio sull’Accordo Monetario e Valutario con
l’UE e il contesto dell’Accordo di Associazione con il quale entrare nel
mercato anche finanziario europeo. In sostanza mancano i presupposti affinché
ci sia la ripresa auspicata. E manca altresì chiarezza sulle scelte rispetto
alla ricapitalizzazione delle banche che sarà necessaria dopo l’AQR: pare che
la volontà del Governo sia di andare a chiedere un prestito al FMI, in cambio
di cosa? Le mancate risposte, in totale disprezzo del dialogo e della
condivisione con tutte le forze politiche, ci inducono a pensare al peggio.
Perciò il Partito dei Socialisti e dei Democratici aveva
predisposto un Ordine del Giorno tutto teso ai contenuti ed alla condivisione,
a partire dalla nomina del Presidente di Cassa di Risparmio dopo il buco
nell’acqua di Romito, ma soprattutto sul percorso strategico pocanzi richiamato
e sulla soluzione ai crediti non performanti.
Tutto ciò attraverso la proposta di un “un tavolo permanente
di consultazione governo-forze politiche consiliari-forze sociali sullo stato
di salute del sistema bancario e finanziario nel suo complesso e sulle scelte
rispetto alla Cassa di Risparmio”. Questo perché per noi la Cassa è veramente
una banca di sistema che richiede il confronto non solo con le forze politiche
ma anche con le forze sociali, vista per esempio la quantità di denaro dei
contributi che permane nelle banche sammarinesi (oltre 450 milioni di euro). Su
tale tema evidenziamo le parole della CSU e raccogliamo la necessità di
confronto allargato.
Invece non solo la maggioranza non ha ritenuto di incorporare
neanche uno di questi indirizzi, ma non ha impegnato neppure cinque minuti per
concordare con l’aula un OdG condiviso. Ha deliberatamente scelto di votare
solo il proprio, bocciando tutti quelli della minoranza che contenevano anche proposte
senza polemica e progettuali (tra l’altro richieste dalle forze sociali).
Ricordiamo che le espressioni del Consiglio Grande e Generale
su Cassa più importanti degli ultimi anni, l’OdG del gennaio 2016 ed un altro
del maggio 2012, sono stati approvati con 36 voti e con l'unanimità
rispettivamente. Mentre quello del 19 aprile è stato approvato con appena 29
voti, su 33 di maggioranza.
E dire che poche ore prima lo stesso Segretario Celli
pronunciava tali parole: “Il governo dovrà impegnarsi concretamente per trovare
le forme e le modalità tese a garantire un effettivo coinvolgimento anche delle
forze di opposizione”.
Ebbene, evidentemente non c’è da fidarsi di questo esecutivo
ed è una novità pericolosa e antidemocratica che esso si trinceri dietro vuoti
slogan per poi coltivare divisioni; ribadiamo ancora una volta che è necessario
soprattutto ora, condividere i percorsi a cominciare dalla nomina del
Consigliere di opposizione nel CdA di Cassa e del nuovo Presidente.
È inoltre gravissimo che nella relazione il Segretario Celli
scriva che: “173 milioni di euro dei contribuenti si siano di fatto
volatilizzati”. I finanziamenti dello Stato non sono mai stati intesi a fondo
perduto: o si è trattato di prestiti o di ricapitalizzazione. Ciò significa che
i soldi impegnati pubblicamente o devono essere restituiti o dovranno essere
liquidati una volta che lo Stato venderà le proprie azioni. Ed è chiaro che se,
come il governo ha scelto, si converte il finanziamento in azioni vi sia un
rischio ancora maggiore di quello di un prestito. Il Governo attuale vuole
forse mettere le mani avanti sapendo che un eventuale compratore futuro delle
azioni di Cassa non metterà mai almeno l’equivalente sborsato dallo Stato, che
è ciò per cui la politica si impegna nel ridare valore alla banca?
San Marino, 21 Aprile 2017
L’Ufficio
Stampa PSD