E’ stato pubblicato un
rapporto del Ministero delle Politiche sociali italiano in cui rileva come
dalle sue strutture di accoglienza siano scomparsi, a fine dicembre scorso, ben
5.902 minori stranieri non accompagnati. Ad oggi si ipotizza che gli
‘scomparsi’ siano ben oltre i 6 mila.
All’eventuale accoglienza di
un piccolo gruppo di questi minori si interessò anche la nostra Caritas
diocesana.
Oltre seimila, quindi, i
minori scomparsi che nessuno purtroppo cerca di rintracciare; svaniti nel
nulla; non hanno varcato nuovamente la frontiera; non risultano nel frattempo
esserci stati ricongiungimenti familiari.
In sostanza c’è l’atroce
pensiero che tanti siano stati considerati pezzi di ricambio, componenti la
catena di smontaggio (prima) e montaggio (poi) di organi per un mercato che,
secondo il monitoraggio del Consiglio d’Europa, è florido.
L’Organizzazione
Mondiale della Sanità, addirittura, stima che ogni anno siano effettuati oltre
100 mila trapianti di organi derivanti da traffico illegale.
Un mese fa il quotidiano Il
Fatto Quotidiano pubblicò una notizia titolata: “Migranti, chi non ha soldi è ucciso
per il traffico di organi con l’Egitto.”
In
questi giorni il sito ‘Lettera 43’ ha riportato: “Turchia e Libano gli hub del mercato nero di cliniche e
intermediari”. Nel dettaglio spiega: “Le contrattazioni avvengono anche via internet, come
per i ‘pacchetti’ viaggio. I donatori si dicono pronti a dare un rene per
arrivare, loro o i loro familiari, in Europa in cambio di poche migliaia di
dollari. Un’ offerta che si può trovare pure su Facebook e Twitter. Alcuni
profughi sarebbero obbligati dalle mafie a vendere gli organi per ripagarsi il
viaggio e la Turchia sarebbe uno dei centri più attivi di questo traffico: un
vero hub, quindi, per gli intermediari e i passaggi di denaro tra donatori e
trafficanti”.
Anche
l’Italia è al centro di questo traffico, essendo una tra le vie preferenziali
utilizzate dai migranti per fuggire dalle loro miserie e dal continuo
incessante rischio di morte per bombe e cecchini.
Le diverse
Onlus che si occupano dell’atroce fenomeno riferiscono che il Ministero della
Salute siriano stimi, in quattro anni di guerra, almeno 18 mila i civili andati
sotto i ferri per farsi prelevare organi. Una situazione drammatica
coinvolgente pure i sanitari siriani. Non a caso molti di loro stanno fuggendo
dal paese perché travagliati tra il dovere deontologico di restare per curare la
popolazione martoriata dalle bombe ma, nello stesso tempo, dal non voler essere
coinvolti nei ricatti dei trafficanti di organi.
L’impressione è che ci sia una assordante omertà
attorno a questa orribile operazione criminale. Non a caso nessun Paese
aderente all’UE ha ancora ratificato la relativa Convenzione del Consiglio
d’Europa contro la tratta degli organi umani.
Una pratica, ripeto, totalmente
da aborrire anche quando si tratta di rubare organi
ai caduti adulti in battaglia, ma diventa oltremodo terrificante e disumana
quando riguarda i bambini.
L’Italia ha firmato, ma non ancora
ratificato, la Convenzione n. 216 del 25 marzo 2015. Quindici i Paesi ad aver
fatto almeno questo primo passo; non così per San Marino: è con altri ancora
ferma al palo.
Strano che nel
marzo 2015 quando fu prodotta la Convenzione europea contro questa mattanza di
bambini la nostra Repubblica, sempre attenta ai diritti dei minori, non abbia
posto questa importante firma!
Il PSD lavorerà
perché prima possibile la firma e la ratifica di questa Convenzione vengano operativamente
considerate una priorità.
I cacciatori di organi
intanto continuano la loro carneficina.
Marina Lazzarini
16 Agosto 2016