Il 27 Luglio, durante la Festa del Partito dei
Socialisti e dei Democratici, esponenti
del Tavolo Riformista si sono
confrontati sull’ Istituto per la Sicurezza sociale, a sessant’ anni dalla sua fondazione.
Il 23 Dicembre 1955 i Capitani Reggenti, Primo
Bugli e Giuseppe Maiani, annunciarono alla popolazione con pubblico manifesto la nascita dell’ Istituto per la Sicurezza Sociale,
approvata il giorno precedente dal Consiglio Grande e Generale per ACCLAMAZIONE .
La modalità di approvazione è significativa del
clima di condivisione fra maggioranza e opposizione nell’
affrontare un problema grave quale era
quello della assistenza sociale, in anni di grande ristrettezza finanziaria della Stato e di povertà di buona parte dei cittadini e delle famiglie sammarinesi. La
collaborazione è ancora più significativa se si considera la accesa
contrapposizione ideologica fra maggioranza e opposizione in quei difficili
anni.
Si cominciò a parlare di Sicurezza Sociale nel 1945 e negli anni
successivi si valutarono vari modelli di assistenza: si scelse di creare un’ istituzione che rispondesse
ai bisogni di sanità e di previdenza. La
legge fu elaborata dopo lunga riflessione, con grande senso di responsabilità e
prudenza da parte degli estensori,
tenendo conto delle oggettive difficoltà di bilancio; c’era la
consapevolezza di attuare una forma di assistenza non presente in gran parte
delle nazioni europee e che era in grado di dare risposte alla malattia, all’
infortunio, alla inabilità e alla vecchiaia.
Questo in sintesi il contesto storico.
Tutti gli esponenti delle forze riformiste presenti
al dibattito di lunedì 27 luglio hanno ribadito la centralità dell’ Istituto di
Sicurezza Sociale nella società sammarinese, Istituto che rappresenta un
elemento di identità e di solidarietà al di là della semplice erogazione di un
servizio.
La politica sanitaria negli anni successivi all’
istituzione dell’ ISS ha confermato, più o meno consapevolmente, che la cura dei
pazienti sammarinesi deve partire dal
nostro territorio.
Questa è di fatto la scelta compiuta da tutte le
forze politiche che hanno avuto di volta in volta responsabilità di governo,
anche se sicuramente è mancata fino ad ora la tensione di progettare e di
adeguare la nostra realtà sanitaria ai tempi nuovi, che richiedono innanzi
tutto confronto con la realtà sanitaria italiana e la definizione di una sanità
possibile e sostenibile a San Marino .
I recenti accordi con le Regioni italiane a noi
limitrofe vanno nella direzione giusta, che è quella di collaborazione e integrazione
della nostra sanità con la sanità italiana, collaborazione necessaria per
mantenere un livello di prestazioni adeguato e di alto livello.
Anche l’ elevato numero di medici precari
ospedalieri (fino a oltre dieci anni di servizio) testimonia che la capacità di
programmare la sanità è stata carente per
molti anni: è necessario che la politica ritrovi una via unitaria, svincolata da logiche di
parte, come è sicuramente avvenuto oltre sessant’ anni fa.
Misura di ciò sarebbe la sostanziale separazione
del ruolo politico da quello dirigenziale all' interno dell' ISS, con un
riconoscimento della peculiarità della sanità all' interno della Pubblica Amministrazione.
Fin dall’ inizio della serata il moderatore ha
colto l’ elemento significativo del dibattito: il sostanziale accordo di tutti
i partecipanti sul modello di sanità che si vuole oggi e per il futuro.
Il Tavolo Riformista, promosso dal PSD, è nato
con lo scopo di superare la frammentazione della sinistra sammarinese, partendo
proprio dal confronto sui contenuti, poiché solamente sulla convergenza delle
idee e sulle modalità della loro concretizzazione si potranno definire programmi
e progetti futuri, al di là delle sigle e delle personalità che le esprimono.
L’Ufficio Stampa